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Legambiente stila la “Top ten” degli ecomostri.

giugno 25, 2008 by Staff interno  
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Palafitta a Falerna, sulla costa di CatanzaroL’hotel di Alimuri a Vico Equense in testa alla top five degli ecomostri stilata da Legambiente che denuncia:
due infrazioni per ogni chilometro di costa. A guidare la classifica regionale è la Campania, con 2.355 infrazioni accertate dalle forze dell’ordine e dalle capitanerie di porto, seguita dalla Puglia con 2.184 e dalla Sicilia con 2.039 casi.
È il cemento il peggior nemico del mare italiano. Che siano villette, alberghi, porti turistici e costruzioni a vario uso continuano a essere edificati sul demanio marittimo.

Nel solo 2007 sono scattate 5mila denunce e 1.399 sequestri, su un totale di quasi 4mila infrazioni. È questo il quadro tracciato da Legambiente nel rapporto Mare Monstrum 2008, secondo il quale considerando anche le altre voci tra cui l’inquinamento, la depurazione, la pesca di frodo, e le infrazioni al codice della navigazione, nel corso dell’anno scorso i reati ai danni del mare e delle coste italiane sono stati 14.315, quasi due infrazioni a chilometro lungo i 7.400 di costa italiana.

Venerdì 27 giugno le Golette Verdi di Legambiente salperanno da Palermo e Savona alla scoperta dello stato di salute del mare italiano. Come ogni anno, anche per questa XXIII edizione, saranno due le imbarcazioni impegnate a navigare lungo le coste dell’Adriatico e del Tirreno per documentare la qualità dell’acqua dove ci tuffiamo e lo stato di salute dell’ecosistema marino. Quello che c’è invece “sopra” il mare, ovvero lungo i 7.400 chilometri di costa italiana, gli ambientalisti lo sanno già.

“Sostanzialmente quello che emerge dal dossier – spiega Sebastiano Venneri, vicepresidente e responsabile mare di Legambiente – è che in riva al mare il business del mattone non teme confronti e ormai non riguarda più solo case di villeggiatura ma grandi speculazioni immobiliari che vanno dalle megastrutture alberghiere, ai parcheggi fino ai nuovi porti e che non risparmiano neanche le aree protette.
La motivazione – dice ancora Venneri – è sempre quella dello sviluppo turistico, ma in molti casi questa idea lascia perplessi anche gli stessi operatori del settore. Legambiente non nasconde quindi la delusione per il fatto che l’abbattimento del complesso edilizio di Punta Perotti sia rimasto un episodio isolato anziché il primo passo di una nuova stagione di lotta agli ecomostri. I primi che per età, per storia, per impatto ambientale devono scomparire dalle nostre coste: l’hotel di Alimuri a Vico Equense in provincia di Napoli, le Palazzine di Lido Rossello a Realmonte, in provincia di Agrigento, Palafitta e Trenino a Falerna, in provincia di Catanzaro, il villaggio abusivo di Torre Mileto, in provincia di Foggia, e lo scheletrone di Palmaria a Porto Venere, in provincia di La Spezia.

Ma oltre alle violazioni, a danneggiare mare e coste in molti casi sono anche le scelte politiche. Per questo la “bandiera nera” assegnata da Legambiente a quelli che considera “i nuovi pirati del mare” è andata quest’anno tra gli altri alle regioni Abruzzo e Campania, rispettivamente per aver rivisto in senso meno restrittivo la legge sugli scarichi e per la pessima gestione degli impianti di depurazione.
sotto in ordine di classifica la “top five degli ecomostri” stilata da Legambiente

L’hotel di Alimuri a Vico Equense Palazzine a Lido Rosello, vicino a Porto Empedocle Trenino a Falerna (Catanzaro) Veduta aerea del villaggio abusivo di Torre Mileto, in Puglia Lo “scheletrone” di Palmaria a Porto Venere

www.repubblica.itwww.legambiente.eu

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