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Le prelibatezza della terra agrigentina

Posted By Liborio Butera On 8 settembre 2008 @ 11:21 In blog | No Comments

Lettori di I Love Agrigento, permettetemi di parlare di alcune peculiarità gastronomiche della nostra Terra, l’agrigentino. Iniziamo questo percorso partendo dalle mandorle e in particolare dalla mandorla tipica di Agrigento, che per la sua attitudine viene utilizzata molto in pasticceria per preparare le famose torte alla pasta di mandorla oppure per essere servita tostata come frutta secca, passiamo poi al formaggio di Cammarata e zone limitrofe, denominato «Pecorino siciliano» o ancora l’uva da tavola conosciuta come “Uva Italia di Canicattì”, marchiata Igp, ossia con l’indicazione geografica protetta. Marchio che invece non è ancora arrivato per il “Fico d’India di Santa Margherita Belice”, altro frutto di accertata qualità, prodotto nel territorio di quel Comune, a differenza della “Vastedda”, formaggio del territorio belicino, che è ormai ufficialmente protetto nella sua tipicità.

Le fragoline di bosco di Ribera, minuscole e gustosissime, non si trovano che nelle campagne circostanti la cittadina crispina e, anche se il loro costo è superiore alla media (perché vengono raccolte a mano, una per una), come gusto non hanno eguali. Così come sul mercato nazionale sono riusciti a ritagliarsi un posto di tutto rispetto, sul piano della qualità, le arance Washington Navel, che io e Carlo Zaccaria conosciamo bene, sono coltivate in territorio di Ribera e anche Cattolica Eraclea: grosse, succose e senza semi; i meloni Cantalupo di Licata; le pesche settembrine (pesche tardive) piccole e dolcissime di Bivona; i peperoni «cornuti» e quelli «quadrati» di Palma di Montechiaro; il pomodorino e l’ortofrutta del comprensorio di Licata e via di questo passo.

Da non dimenticare poi il pistacchio della zona di Raffadali e Cianciana e le carni e i salumi tipici dei monti Sicani, compresi tra Cammarata, San Giovanni Gemini e l’hinterland. Per i prodotti ittici sono in attesa di riconoscimento anche lo sgombro di Lampedusa e il tonno rosso del mediterraneo per non parlare dei nostri oli e dei vini. L’olio extravergine agrigentino, che ha ottenuto come territorio la dop “Val di Mazara”, è tra i più apprezzati e si produce in una vasta area compresa fra Ribera, Calamonaci, Caltabellotta, Cianciana, Lucca e Villafranca Sicula fino ai paesi della Valle del Belice.
Anche nel vino, Agrigento, con le sue quattro doc, è ben piazzata. Hanno ottenuto la denominazione d’origine controllata con tanto di disciplinare approvato, i bianchi e i rossi prodotti nelle zone di Sciacca, Menfi, Sambuca, Santa Margherita Belice, mentre sarebbe in arrivo la quinta doc, “Valle dei templi”. Moltissimi altri vini prodotti nell’agrigentino hanno inoltre già ottenuto la igt (l’indicazione geografica territoriale). Volete ancora azzardare un paragone con i prodotti alimentari partoriti da industrie puzzolenti, meccaniche e sature di composti chimici?

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