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Il pane fatto in casa alla Raffadalese

Posted By Staff interno On 15 giugno 2009 @ 16:19 In blog | No Comments

Oggi vogliamo mostrarvi la preparazione del “pane di casa” della zona di Raffadali. Si perchè ancora, in questo paese della provincia di Agrigento, qualche buona donna non ha interrotto l’antica tradizione della preparazione del pane paesano. Siamo andati a casa della signora Caterina che ci ha gentilmente concesso di documentare tutto con delle profumatissime foto.

INGREDIENTI
-farina di grano duro
-lievito di birra
-un bicchiere di acqua tiepida per sciogliere il lievito
-acqua per l’impasto
-sale fino
-la punta di un cucchiaino di zucchero o miele
-uova
-giuggiulena (sesamo)
-ancora farina per lo spolvero

PROCEDIMENTO
Prima di tutto, sciogliete il lievito in un bicchiere di acqua tiepida e aggiungete lo zucchero. Mescolate bene, in modo da fare sciogliere perfettamente il lievito e lasciate riposare una decina di minuti. Versate quindi il lievito in una ciotola abbastanza grande da contenere tutti gli ingredienti e aggiungete il resto dell’acqua. Una volta veniva utilizzata la “Maidda” (madia) ma adesso ci sono anche le moderne macchina per impastare. Aggiungete gradatamente la farina (un po’ per volta, cioè, mescolando bene in modo che queste siano ben amalgamate all’acqua prima di aggiungerne ancora). Una volta che tutta la farina sia stata aggiunta, rovesciate l’impasto sul piano di lavoro ben infarinato e iniziate a impastare.

Questo tipo di pane, richiede un impasto piuttosto lungo (almeno una ventina di minuti): anche se la pasta vi sembrerà un po’ troppo appiccicaticcia, non cedete alla tentazione di aggiungere farina. Con il passare dei minuti, infatti, la pasta diventerà più soda: smettete di impastare quando e’ diventata ben elastica e non vi si appiccicherà più alle mani. Mettete a questo punto l’impasto in una base appositamente preparata con delle coperte e copritela con uno strofinaccio di cotone o un leggero pannetto di lana, a seconda della temperatura dell’ambiente. Lasciate lievitare per un paio di ore.
Rovesciate quindi la pasta su una base di legno ben infarinata.

Formate quindi la pagnotta dividendo l’impasto in tre parti che lavorerete delicatamente (in modo da non rovinare la lievitazione e, quindi, l’alveolatura del pane) e formate delle trecce o delle rosette, praticando dei piccoli tagli con un coltello per fare (dice la signora Caterina) “sgrignare” il pane a cottura avvenuta. Spolverizzate quindi di abbondante farina e riponete i panetti nella base con le coperte ( “u lettu”), coprite con uno strofinaccio o un pannetto ( nel caso la temperatura dell’ambiente fosse inferiore ai venti gradi) e lasciate riposare i panetti per una quarantina di minuti. Intanto, accendete il forno portandolo ad una temperatura di 200 gradi.

Una volta che il forno è giunto a temperatura, siamo pronti ad infornare i panetti ma prima li spennelliamo con il preparato di uovo (solo l’albume) e giuggiulena (sesamo) preparati in precedenza.
Dopo avere infornato i panetti controllare sempre che la cottura avvenga in modo omogeneo. Per chi utilizza il forno a legna girevole, girare la base di 180 gradi (mezzo giro) così da portare in fondo il pane che si trovava d’avanti l’aperture e girare anche i panetti. Ricordarsi di dare sempre un’occhiata alla legna.

Quando il nostro pane ha raggiunto una doratura ideale, possiamo estrarlo dal forno e lasciarlo raffreddare.
Per chi non resiste alla tentazione può avventurarsi nella preparazione del “PANI CUNZATU” tagliando una rosetta calda calda e insaporendola con olio di oliva, formaggio (meglio se pecorino) , fettine di pomodoro, olive nere e sarde salate (“a morti sua!!”).

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