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“Barriere architettoniche al Cupa”, denuncia di un venticinquenne diversamente abile

marzo 22, 2009 by Deborah Annolino  
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Francesco Marino di RaffadaliFrancesco Marino, 25 anni di Raffadali, è uno studente diversamente abile iscritto all’università di Agrigento alla facoltà di Architettura. Un percorso di studi lungo ma entusiasmante, scandito da non poche difficoltà di natura logistica vissute dentro e fuori la struttura di contrada Calcarelle. Il prossimo mese, con esattezza giorno 23, metterà un punto alla sua esperienza universitaria, presentando alla commissione di laurea una tesi innovativa sul piano dell’abbattimento delle barriere architettoniche. Quel giorno sarà insignito di un titolo atteso e sacrificato, e non tanto per le sue doti intellettive, indiscutibili.
Le vere difficoltà semmai hanno riguardato le modalità di accesso e di assistenza all’interno della struttura.

«Le barriere architettoniche, sebbene non siano grandi, ci sono sempre state – dichiara Francesco. Ad esempio c’è la rampa per accedere alla struttura – ci spiega – ma questa è un po’ ripida; la pendenza esatta dovrebbe essere dell’8%. Mi son trovato benissimo con i colleghi, i professori e tutto il personale – continua – ma non mi è stata garantita alcuna assistenza, ad eccezione di un anno». Il ragazzo va già duro. «In realtà sarebbe stato necessario godere di un assistente personale almeno due ore giornaliere. Altro disagio ha riguardato la possibilità di raggiungere la mensa – prosegue – dove non sono mai andato per mancanza di mezzi di trasporto. Se qualche volta è successo è stato merito dei miei colleghi che mi hanno trasportato in auto».

Diversi limiti si sono verificati nell’area di parcheggio, quando qualche automobilista, e succedeva spesso, parcheggiava l’auto bloccando l’unico scivolo di accesso per la carrozzina a rotelle.

«Nessuno ha mai fatto niente per evitarlo. Altro disagio è stato – continua il giovane – è rappresentato dall’accesso alla toilette dei disabili dove tutt’ora mancano i maniglioni».

Più agevole la mobilità di Francesco all’interno della struttura, disposta su tre livelli e collegati da un ascensore di cui le chiavi gli sono state consegnate. Francesco e la sua famiglia in questi anni hanno sollecitato più volte, ma invano, gli organi competenti per ottenere maggiori attenzioni e servizi. Ormai i brutti ricordi sono acqua passata, ed il prossimo 23 aprile, in qualità di futuro architetto, Francesco illuminerà i presenti con un progetto su un monumento empedoclino, privo di qualsiasi barriera. Però la denuncia del giovane agrigentino deve servire da monito alle istituzioni per correre ai ripari e mettere nelle condizioni ideali i diversamente abili.

DEBORAH ANNOLINO La Sicilia

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